La Corsa del Ricordo, nata per promuovere attraverso lo sport la storia delle Foibe e dell’esodo di migliaia di italiani dal confine Nordorientale dopo la Seconda Guerra Mondiale, sbarca al Parlamento Europeo. Grazie al membro di Giunta ASI Carla Cace, Presidente Associazione Nazionale Dalmata e di Antonio Ballarin, dell’Associazione Dalmati Italiani nel Mondo, in occasione del #GiornodelRicordo 2022. Il convegno promosso e ospitato da Strasburgo, è stato trasmesso in diretta sulla pagina dell’Informal group on European Remembrance of the European Parliament e ha visto la partecipazione anche dell’Onorevole Carlo Fidanza e dell’Onorevole Rasa Juknevičienė, presidente dell'Informal group on European Remembrance.
“Dobbiamo trasformare questo “ricordo per pochi” in memoria collettiva, affinché non si ripeta MAI PIU’. Lavoriamo per una divulgazione culturale ampia e diffusa anche con altre realtà come il Comitato 10 febbraio, una giovane associazione di “non esuli” diffusa su tutto il territorio nazionale che ha a cuore la verità storica e il ricordo dei nostri connazionali dimenticati. O con realtà estranee a questo mondo come ASI, Associazioni Sportive Italiane, un importante ente di promozione sportiva del nostro Paese che ha ideato e lanciato la “Corsa del Ricordo”, iniziativa che la nostra associazione patrocina sin dalla sua nascita, una competizione che si tiene in diverse città italiane a ridosso del 10 febbraio e che simbolicamente e materialmente fa “muovere il ricordo”, queste le parole di Carla Cace sulla Corsa del Ricordo.
"Con la Corsa del Ricordo abbiamo voluto contribuire a squarciare un velo di silenzio su una parte di storia italiana caduta nell'oblio, dimenticata. Siamo convinti che lo sport sia un mezzo straordinario di comunicazione", così ha spiegato Roberto Cipolletti, Presidente del Comitato regionale del Lazio di ASI che ha ideato e promuove ogni anno la corsa che, in questa stagione, si svolgerà anche a Trieste, città simbolo e Milano.
L’intervento integrale di Carla Cace
Presidente Associazione Nazionale Dalmata e Membro di Giunta ASI
Honorable members of the European Parliament,
Ladies and Gentlemen,
It’s an immense honour and a great pleasure for me to be here, on behalf of the Dalmatian National Association, to celebrate the 2022 “Remembrance Day”.
First of all, I would like to thank you all and, in particular, the chair of the Informal Group, Mrs Rasa Jukneviciene and Mr Carlo Fidanza for inviting me to represent my Association. For too many years we have faced a frustrating silence from the Institution about the events that took place between 1943 and 1954 where, at that time, there was the Italian Eastern Border. Now, if you don’t mind, I’ll continue in my native language... Perché innanzitutto la lingua è il veicolo principe di trasmissione dell’identità e della cultura e lo ritengo un modo per celebrare i nostri morti, a cui l’utilizzo della stessa fu vietata nelle loro terre. Inoltre, questo rientra nei valori dell’Unione Europea che promuove il multilinguismo.
Un silenzio doloroso in Italia come in Europa ha seppellito quasi completamente questa storia. Ma furono migliaia gli italiani che decisero di emigrare in altri paesi dopo essere stati costretti a fuggire dalle loro case e dalle loro terre d'origine. Le comunità distribuite in tutta Europa sono numerose.
Oggi, con grande commozione e sincera gioia, sono qui prima di tutto come esule dalmata di terza generazione, poiché mio nonno dovette lasciare la sua patria nel settembre del 1943, ma anche come giornalista che da anni cerca di portare alla luce i capitoli più oscuri di questa storia e, soprattutto, come Presidente della più antica associazione italiana in esilio confine orientale.
L'Associazione Nazionale Dalmata, infatti, nasce a Roma nel 1919. In più di cento anni di attività ha organizzato iniziative culturali ed editoriali per far conoscere la nostra storia. Ha sede da oltre 50 anni presso la prestigiosa Società Dante Alighieri, un'istituzione culturale italiana che ha lo scopo di tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiana nel mondo che fa parte, tra l’altro, degli Istituti di cultura nazionali dell'Unione Europea.
A quasi 20 anni dall’istituzione, nel 2004 in Italia, della legge per il Giorno del Ricordo, è importante fare una valutazione su quanto è stato fatto e quanto resta ancora da fare per poter parlare davvero di “memoria condivisa”. Una riflessione costruttiva, anche per gettare le basi del lavoro che sarà necessario compiere negli anni a venire.
Per questo vi abbiamo presentato il teaser del nostro documentario che sarà distribuito gratuitamente nelle scuole e presso gli istituti di cultura, in Italia e nel mondo. Un breve prodotto che serve ad una sintesi di quanto avvenuto: oltre 12.000 italiani infoibati o giustiziati tra il 1943 e il 1954 (e i numeri veri probabilmente non si conosceranno mai) e circa 350.000 costretti all’esodo. Il tutto nel silenzio più assoluto per convenienze geopolitiche dell’epoca. Perché ancora oggi, in Italia, solo uno studente su cinque sa rispondere correttamente alla domanda “Cosa sono le foibe?”.
Se da un lato i discorsi degli ultimi Presidenti della Repubblica Italiana in occasione delle celebrazioni ufficiali non lasciano dubbi, giungendo finalmente a pronunciare termini come “pulizia etnica”, ancora sono troppi i programmi scolastici in cui il tema è trattato marginalmente o per niente; la stampa raramente affronta l’argomento se non a ridosso del Giorno del Ricordo; alcune recenti pubblicazioni, anche di illustri case editrici italiane, sostengono posizioni palesemente al limite del giustificazionismo; infine assistiamo ad atti vandalici ai monumenti alla memoria.
Dobbiamo vigilare, dobbiamo diffondere questa storia e questa cultura, per non rischiare di passare dal negazionismo al giustificazionismo. E dobbiamo inserirla nel contesto storico dei genocidi del XX secolo, dei crimini dei totalitarismi. Anche per questo la nostra Associazione ha aderito ad Interasso, federazione europea di ex prigionieri e familiari di vittime del comunismo (che al suo interno racchiude associazioni di Germania, Slovenia, Croazia, Ungheria, Slovacchia, Albania, Romania, Moldavia, Lettonia e Lituania) e per cui ringrazio il nostro delegato Valter Lazzari, qui presente.
Ed è sempre per questo che ho portato per Voi, in anteprima, qualche copia del dossier segreto redatto nel 1945, ritrovato recentemente presso i nostri archivi e che abbiamo trascritto rispettando in tutto la forma originale, curato tra gli altri da mio nonno che era ufficiale medico e faceva parte dei Servizi Segreti della Marina Militare. L’obiettivo era quello di proporlo tra le testimonianze delle nostre comunità sulle violenze e gli orrori del regime comunista jugoslavo del Maresciallo Tito (ricordiamoci a guerra già finita) al Congresso di Pace di Parigi. Non sappiamo se sia mai arrivato, ma ritrovare l’originale nella nostra sede ci fa supporre di no. Le testimonianze e le agghiaccianti foto in esso contenute provengono dal campo di concentramento Jugoslavo di Borovnica. I detenuti sono tutti soldati italiani e molti report sono redatti dalla Croce Rossa. Alla fine, sono felice che, seppur 80 anni dopo, sia arrivato ad un consesso internazionale.
Il Testimone della nostra storia, oggi, passa da una corretta ricostruzione delle fonti disponibili, come in questo caso, ma anche da una narrazione globale mirata soprattutto ai giovani e a chi non sa nulla di questo dramma umanitario.
Dobbiamo trasformare questo “ricordo per pochi” in memoria collettiva, affinché non si ripeta MAI PIU’. Lavoriamo per una divulgazione culturale ampia e diffusa anche con altre realtà come il Comitato 10 febbraio, una giovane associazione di “non esuli” diffusa su tutto il territorio nazionale che ha a cuore la verità storica e il ricordo dei nostri connazionali dimenticati. O con realtà estranee a questo mondo come ASI, Associazioni Sportive Italiane, un importante ente di promozione sportiva del nostro Paese che ha ideato e lanciato la “Corsa del Ricordo”, iniziativa che la nostra associazione patrocina sin dalla sua nascita, una competizione che si tiene in diverse città italiane a ridosso del 10 febbraio e che simbolicamente e materialmente fa “muovere il ricordo”. Penso infine all’arte, capace di arrivare al cuore più di mille saggi: con lo spettacolo teatrale di altissimo livello “Magazzino 18”, due artisti italiani come Simone Cristicchi e Jan Bernas, qui presente oggi, hanno commosso migliaia e migliaia di nostri connazionali che nulla o poco sapevano di questa storia.
Perché è importante che queste vicende arrivino, attraverso linguaggi come la cultura e lo sport, a tutti: perché la storia è patrimonio dell’Umanità e quello che non si conosce può ripetersi.
Mi auguro che il prossimo 10 febbraio sia possibile organizzare insieme un nuovo incontro come questo. Perché come giustamente sottolinea il titolo di questa sessione, “Una tragedia europea”, oggi con questo momento altamente simbolico rendiamo finalmente un doveroso tributo alle tante sofferenze subite dalla mia gente. Un dolore che oggi è conosciuto in tutta Europa, in tutto il mondo.