Esuli

 

 

 

IN FUGA DALLA PROPRIA TERRA
Trecentocinquantamila gli esuli costretti a fuggire dalle proprie terre. Verso Trieste, Roma, Torino, Milano, Bologna e, all'estero, Argentina, Australia, Stati Uniti e Canada...

 


Venezia Giulia, una terra di confine e di tragedia

Quantificare l’Esodo giuliano-dalmata è tutt’altro che semplice, poiché si è sviluppato in fasi differenti e attraverso diversi canali, non sempre facilmente registrabili.

Zara, capoluogo della Dalmazia, fu la prima città a svuotarsi poiché 53 bombardamenti anglo-americani consumatisi tra il 2 novembre 1943 ed il 31 ottobre 1944 rasero al suolo l’85% degli edifici di una località priva di qualsiasi valore strategico e con una presenza militare ridotta ai minimi termini. Su 22.000 abitanti circa, 2.000 morirono sotto le bombe (nessun’altra città italiana ha registrato il 10% di vittime civili sotto i bombardamenti) e 15.000 fuggirono in Italia, sicché le avanguardie dell’Armata Popolare della Jugoslavia nel novembre del ’44 trovarono le macerie di Zara e cominciarono a costruire Zadar.

Tra la fine della guerra e la firma del Trattato di Pace, esodarono gli abitanti di Fiume e dell’Istria che si erano trovati nella Zona B sotto amministrazione militare jugoslava ed istituita lungo la Linea Morgan con l’accordo di Belgrado del 9 giugno 1945.

Sperimentata l’atrocità delle foibe e delle deportazioni nel settembre del ’43 e nella primavera del ‘45, vivendo poi in un perdurante clima di terrore e vedendo consolidarsi lo Stato totalitario che Tito andava modellando, il 90% della comunità italiana radicata da secoli in quelle terre prese la via dell’esilio in Italia, ma da qui molti sarebbero emigrati nelle Americhe, in Australia e Sudafrica.


Una foto nella storia. 
L'immagine della bambina di Pola 
è diventata un'icona simbolo
della tragedia dell'esodo giuliano

Dei 109 Centri Raccolta Profughi, disseminati in tutta il territorio metropolitano, isole comprese, dopo che era stato bocciato un progetto di insediamento totale in Trentino – Alto Adige, i più importanti furono:

Trieste (Silos, Risiera di San Sabba), Padriciano, Villa Opicina, Santa Croce, Gorizia, Udine (che fungeva anche da centro di smistamento), Venezia, Vicenza, Padova, Rovigo, Ceregnano, Bolzano, Rovereto, Bogliaco, Brescia, Verona, Mantova, Ferrara, Fossoli, Carpi, Ravenna, Bologna, Modena, Cremona, Chiari, Milano, Monza, Pavia, Tortona, Aosta, Novara, Torino, Asti, Alessandria, Cuneo, Genova, Chiavari, La Spezia, Carrara, Massa, Marina di Carrara, Marina di Massa, Forte dei Marmi, Tirrenia, Calambrone, Livorno, Pisa, Lucca, Firenze, Caterina, Arezzo, Jesi, Fabriano, Servigliano, Ancona, Fermo, Ascoli Piceno, Viterbo, Caprarola, Rieti, L’Aquila, Chieti, Roma (Cinecittà e Centocelle), Alatri, Aprilia, Frosinone, Latina, Ponza, Gaeta, Capua, Ducenta, Aversa, Bagnoli, Napoli, Cava de’ Tirreni, Salerno, Pontecagnano, Gargano, Barletta, Trani, Bari, Altamura, Santeramo, Brindisi, Calopezzati, Reggio Calabria, La Maddalena, Fertilia, Sassari, Cagliari, Palermo, Termini Imerese, Catania (Cibali e Fontanarossa) e Siracusa.

54.000 fiumani su 60.000, 8.000 abitanti di Rovigno su 10.000, 6.000 su 7.000 da Dignano: queste sono solo alcune delle cifre che possono far comprendere la dimensione di un fenomeno che il governo italiano aveva cercato di frenare, sia perché non si riteneva in grado di affrontare una simile emergenza umanitaria, sia per mantenere una solida presenza italiana in loco auspicando una futura ridiscussione del confine.

Un’intera società sparì, abbandonò le sue case, i suoi averi, le proprie abitudini.

Il veglione di Capodanno del 31 dicembre 1946 al politeama “Ciscutti” fu l’ultimo istante sereno della comunità italiana di Pola, ormai consapevole che il 10 febbraio 1947 l’Italia avrebbe firmato un diktat che le imponeva la cessione di gran parte delle terre conquistate a costo di immani sacrifici nella Prima Guerra Mondiale.

Ebbe così iniziò ufficialmente l’esodo da Pola: oltre 28.000 abitanti su 32.000 circa se ne andarono verso i Centri Raccolta Profughi; a costoro si unirono 5.000 connazionali provenienti fortunosamente dall’entroterra sotto controllo jugoslavo.

Inizialmente vennero sfruttate due piccole motonavi che coprivano la rotta Pola-Trieste, motovelieri e pescherecci che si muovevano tra le due sponde dell’Alto Adriatico, dai primi di febbraio al 20 marzo 1947 il governo italiano mise a disposizione il piroscafo Toscana, che faceva scalo alternativamente a Venezia e ad Ancona, da cui gli esuli proseguivano il mesto viaggio in treno nel gelido inverno 1946-’47 a lente tappe per non intralciare il regolare traffico ferroviario. L’arrivo in Italia fu spesso accompagnato da sospetto e diffidenza, poiché taluni vedevano i profughi (famiglie intere, con donne, vecchi e bambini) come fascisti in fuga dal “paradiso socialista” di Tito. La sera del 17 febbraio un trasporto ferroviario, sul quale erano stati sistemati in carri bestiame gli esuli salpati da Pola il giorno prima, fu fatto procedere da Ancona con imbarazzante lentezza verso La Spezia. Ogni passeggero aveva ricevuto una balla di fieno per sistemarsi nei gelidi vagoni, ma a Bologna sindacalisti indottrinati dal Partito Comunista Italiano minacciarono uno sciopero in grado di paralizzare la rete ferroviaria nazionale qualora il treno si fosse fermato per ricevere i generi di conforto preparati dalla Pontificia Opera Assistenza e dalla Croce Rossa Italiana. Nella disperazione dei passeggeri, alcuni dei quali ex partigiani comunisti istriani che avevano compreso l’efferatezza del regime di Tito, il treno proseguì sino a Fidenza, ove poté finalmente ricevere i tanto preziosi generi di conforto. Gli esuli non sempre avevano ottenuto agevolmente dalle autorità jugoslave il diritto di esercitare la propria opzione per la cittadinanza italiana, come previsto dall’articolo 19 del Trattato di Pace, che ne consentiva l’esercizio entro un anno dall’entrata in vigore del Trattato stesso. 

Ciononostante, nelle decine di migliaia di italiani in fuga confluirono anche sloveni e croati, che non condividevano i postulati ideologici sui quali stava nascendo la Democrazia Federale di Jugoslavia, nonché italiani di recente immigrazione giunti con le famiglie al seguito per lavorare nella pubblica amministrazione delle terre già irredente annesse al Regno d’Italia al termine della Grande Guerra. Considerando anche questi apporti, la cifra totale di quanti abbandonarono le terre perse dall’Italia alla fine della Seconda Guerra Mondiale si avvicina alle 350.000 unità. 
 

 

FEDERESULI
Per la tutela e la salvaguardia dei diritti degli esuli istriani, fiumani e dalmati.

Da quest'anno la corsa del ricordo collabora con la Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati (FederEsuli) è un’istituzione che riunisce in un unico ambito diverse realtà associative nate in seno alla diaspora giuliano-dalmata del secondo dopoguerra.
L’obiettivo essenziale della Federazione è la perpetuazione dell’identità culturale e storica delle Comunità istriane, fiumane e dalmate, quali si sono formate nella Venezia Giulia, a Fiume ed in Dalmazia attraverso la civiltà romano-veneta e italiana.
La Federazione provvede a tutelare i vitali interessi morali e materiali delle Comunità degli esuli istriani, fiumani e dalmati, dei loro discendenti e di coloro che mantengono un legame storico-culturale, sociale od ideale con l’Adriatico orientale.
A tale scopo la Federazione si propone di elaborare e gestire in comune le linee politiche d’azione sugli argomenti che riguardano l’intera Comunità degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati e su tutte le questioni che le Associazioni componenti decidono di affrontare insieme.
Gli ambiti di intervento della FederEsuli, attivati secondo le azioni intraprese dalle Associazioni federate, riguardano diversi aspetti, quali:

  • La tutela dei diritti civili degli esuli giuliano-dalmati e dei loro discendenti nel ricordo del sacrificio collettivo dell’Esodo.
  • ​L’assistenza sociale degli esuli giuliano-dalmati e dei loro discendenti curando, in maniera particolare, tutte le forme di assistenza ritenute necessarie e moralmente doverose per le persone anziane o in difficoltà.
  • L’istruzione e la formazione verso terzi in merito alla storia, alla cultura ed all’arte originarie della Venezia-Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia in connessione con le vicende storiche, recenti o remote, che hanno visto la diffusione della cultura veneta nell’Adriatico.
  • La promozione e la valorizzazione dei beni culturali direttamente connessi con la storia dei popoli istriani, giuliani e dalmati presenti sul territorio nazionale oppure conservati nei luoghi storici di origine.
  • La promozione delle forme culturali direttamente connesse con le vicende storiche della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia.

Le Associazioni federate che compongono la FederEsuli sono:

  • Associazione Dalmati Italiani nel Mondo – Libero Comune di Zara in Esilio
  • Associazione delle Comunità Istriane
  • Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
  • Libero Comune di Fiume in Esilio
  • Libero Comune di Pola in Esilio.

La FederEsuli è anche il referente del Governo nelle questioni di carattere istituzionale. La legge 72 del 2001 stabilisce gli interventi a tutela del patrimonio storico e culturale delle comunità degli esuli italiani dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia.

 

 

ASSOCIAZIONI 

ANVGD – Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
Fondata nel 1948 dal disciolto Comitato Nazionale Venezia Giulia e Zara ed organizzata in Comitati provinciali, è la maggiore rappresentante sul territorio nazionale degli italiani fuggiti dall’Istria, fa Fiume e dalla Dalmazia. Pubblica il giornale “La Difesa Adriatica” e promuove studi e ricerche. Per anni si è occupata anche di tutelare le questioni dei beni abbandonati e del reinserimento degli esuli nella vita politica e sociale italiana. A 70 anni da quegli eventi, prima e seconda generazione degli Esuli istriani, fiumani e dalmati in tutta Italia collaborano e si confrontano per il riaffiora mento di quella pagina di storia italiana negata per decenni per motivi di politica internazionale.
www.anvgd.it

Coordinamento Adriatico
Libera associazione che si propone lo studio e la tutela delle memorie storiche, artistiche e letterarie di Istria, Fiume e Dalmazia unitamente alla salvaguardia della presenza culturale italiana nel territorio del suo antico insediamento storico sull’altra sponda dell’Adriatico. Inoltre, essa si occupa delle tematiche di attualità relative all’area adriatica nel quadro geopolitico internazionale, del rapporto fra Italia e Stati successori della Jugoslavia e della tutela della Comunità Nazionale Italiana in Slovenia e Croazia nel godimento e riconoscimento dei diritti minoritari sanciti dai trattati internazionali. Pubblica periodicamente un Bollettino.
www.coordinamentoadriatico.it

Associazione delle Comunità Istriane 
Continuazione ideale del Gruppo Esuli Istriani e del Comitato di Liberazione Nazionale dell’Istria, i primi organismi degli Esuli sorti a Trieste. L’Associazione ha come obiettivo la difesa dell’identità culturale e storica della gente istriana, nonché la tutela dei suoi interessi vitali, morali e materiali. Pertanto si prefigge di conservare e di sviluppare le tradizioni patriottiche, civili, culturali e religiose del popolo istriano di lingua e cultura italiana affinché il suo grande patrimonio di storia e civiltà non venga disperso e dimenticato. Organo di stampa è “La Nuova Voce Giuliana”, edito ininterrottamente dal 1958, a cadenza quindicinale.
www.associazionedellecomunitaistriane.it

Associazione Dalmati Italiani nel Mondo – Libero Comune di Zara in Esilio 
Riunisce e rappresenta i dalmati italiani che durante e dopo la fine del secondo conflitto mondiale furono costretti ad abbandonare la terra natale per salvare l’idnetità e la vita di fronte alle persecuzioni nazionaliste jugoslave. Il suo organo attuale di stampa è “Il Dalmata” e partecipa alle attività della Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati con particolare riferimento alle discussioni con i rappresentanti del governo inerenti cittadinanza, previdenza ed assistenza, errori sui documenti anagrafici degli esuli e soprattutto l’equo indennizzo per i beni abbandonati e la restituzione dei beni italiani nazionalizzati ancora nelle disponibilità di Slovenia e Croazia.

Associazione Nazionale Dalmata 
Rifondata in esilio nel 1952 a Roma, si occupa di tramandare le tradizioni storiche italiane della terra dalmata. Pubblica la “Rivista dalmatica” in accordo con il Libero Comune di Zara in Esilio. Promuove studi, mostre e documentari, in particolare sul dramma dell’esodo e delle foibe.

Associazione Giuliani nel Mondo 
Istituita nel 1970 per iniziativa di un gruppo di pubblcii amministratori e di personalità della vita culturale e scoaile delle province di Trieste e di Gorizia allo scopo di collegare organicamente tutte le Comunità giuliano-dalmate presenti in vari Paesi, vi aderiscono circa settanta fra Circoli, Club, Sodalizi e Associazioni che aggregano e rappresentano all’estero le genti giuliane, istriane, fiumane e dalmate.
www.giulianinelmondo.it

Associazione Libero Comune di Fiume in Esilio 
Costituita a Padova nel 1966, è la maggiore organizzazione degli esuli fiumani che dal 1990 d’intesa con la Società di Studi Fiumani promuove il dialogo con la città d’origine. Il LCFE si occupa della tutela delle tombe italiane nel cimitero fiumano di Cosala, pubblica il notiziario “La Voce di Fiume” e nel corso del tempo ha pubblicato ricerche e studi sulla storia fiumana e sul dialetto fiumano.

Associazione Libero Comune di Pola in Esilio 
Costituita nel 1967, raduna esponenti di tutte le comunità dei polesani sparse dallp’esodo, promuove studi e ricerche in particolare sulla città di Pola. L’Associazione si ispira ai principi della Legge 266/1991, del Decreto Legislativo 460/1997 e della Legge Regionale del Friuli evnezia Giulia 12/1995. Suo organo di stampa è il mensile “L’Arena di Pola” e promuove da qualche anno il dialogo culturale con la città d’origine.
www.arenadipola.it

C.D.M. – Centro Documentazione Multimediale della Cultura giuliana, istriana, fiumana e dalmata di Trieste
Nasce nel 1999 dalla volontà di superare un silenzio imbarazzato e imbarazzante sulle terre culturalmente italiane da secoli “rimaste” al di là del confine, luoghi trapassati da parte a parte da totalitarismi, deportazioni ed esodi sui quali solo in questi ultimi anni si è iniziato a ridiscutere giudizi e interpretazioni. Il CDM si occupa a questo scopo di storia e di cultura nelle accezioni più ampie, dal turismo alla cucina, dalla documentazione storica alla didattica, dalla letteratura all’arte, ma anche di attualità attraverso un’informazione costante e precisa.
www.arcipelagoadriatico.it

Centro di Ricerche Storiche di Rovigno 
Una delle istituzioni della Comunità Nazionale Italiana (CNI) che da circa mezzo secolo opera nel campo della ricerca, nell’ambito della storiografia e, di recente, anche della sociologia. Fondato nel 1968 dall’UI (Unione Italiana, ex Unione degli italiani dell’Istria e di Fiume), l’unica organizzazione rappresentativa della minoranza nazionale italiana che vive in Slovenia e in Croazia, costituisce oggi uno degli Enti di proprietà dell’UI e fu creato con lo scopo di avviare un processo di chiarificazioni e di precisazioni sulla storia dell’Istria e di Fiume. Il centro rovignese pubblica periodicamente gli “Atti”, i “Quaderni” e monografie sulla storia e i dialetti dell’Istria.
www.crsrv.org/it

Circolo di cultura istro-veneta “Istria” 
Nasce nel 1982, proponendosi una ricomposizione della cultura istriana dopo i traumi ad essa inferti dalla Guerra e dal Dopoguerra, e particolarmente intensi e profondi a carico della componente istro-veneta. Tale sofferenza, a lungo strumentalizzata ed ancora tangibile, appariva ed appare ancora alleviabile attraverso strumenti culturali capaci di instaurare un clima di collaborazione prima di tutto tra gli “andati” e i “rimasti” e poi tra questi e le altre componenti ora maggioritarie, la slovena e la croata, a prescindere dai tre confini politici ora presenti in terra istriana e in una prospettiva territoriale “da Cherso al Carso”, per consolidare una collaborazione socio-economica e giungere ad una macroregione europea pluriculturale.
www.circoloistria.it

Comitato 10 Febbraio 
Il Comitato 10 Febbraio, che prende il nome dalla data in cui la Legge 92 del 30 marzo 2004 ha fissato la ricorrenza civile del Giorno del Ricordo dei martiri delle Foibe, ha come scopo quello di aiutare i più giovani a non dimenticare e di conservare la millenaria cultura italiana delle terre dell’Adriatico Orientale. Per non dimenticare è fondamentale che i più giovani studino la storia con le sue luci e le sue ombre, con le contraddizioni e le vergogne, perché è proprio agli studenti di oggi che è dato il compito di non dimenticare mai più e di riattaccare le pagine strappate dal grande libro della storia nazionale. L’associazione si sviluppa soprattutto fra quanti, pur non essendo originari delle terre dell’Adriatico orientale, sono interessati a conoscerne la storia, riscoprirne le profonde radici di italianità e mantenere vivo il ricordo delle Foibe e dell’Esodo giuliano-dalmata come pagine di storia nazionale.
www.10febbraio.it

Fondazione Scientifica Rustia Traine 
Sorta a Trieste nel 1988, possiede una biblioteca di circa 4.000 volumi e mantiene saldi contatti culturali con le comunità italiane di Dalmazia. La Fondazione promuove ricerche storiche, organizza conferenze, mostre, dibattiti e corsi di lingua italiana nella Dalmazia storica e quindi dall’isola di Veglia fino alla città di Cattaro che appartiene dopo la dissoluzione della ex Jugoslavia alla Repubblica del Montenegro. La Fondazione in questi ultimi anni ha pubblicato importanti opere sulla nobiltà dalmata e sulle tradizioni popolari, dando particolare risalto all’aspetto musicale e culinario.
www.dalmaziaeu.it

I.R.C.I. – Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata
Si propone la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico e culturale delle tradizioni delle popolazioni italiane dell’Istria, Quarnero e Dalmazia promuovendo idonee iniziative riguardanti ogni aspetto della storia istriana, fiumana e dalmata con speciale attenzione alle vicende di questo secolo e con focalizzazione sull’esodo e sugli avvenimenti precedenti e conseguenti lo stesso. Possiede una biblioteca e documentazione rilevante per la qualità e la mole del materiale. L’I.R.C.I. si occupa della gestione e della promozione del Museo della Civiltà Istriana Fiumana e Dalmata costituitosi di recente a Trieste e pubblica libri sulla storia politica e civile dell’Istria, unitamente alla rivista “Tempi e Cultura”.
www.irci.it

Lega Nazionale di Trieste
Fondata nel 1891 a Trento e a Trieste sotto la dominazione dell’Austria-Ungheria e sulle ceneri della disciolta associazione Pro Patria, la Lega ha sempre operato per il sostegno e la diffusione della cultura e della lingua italiana nelle terre giuliane, istriane e dalmate. Medaglia d’Oro ai Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte, ha come scopo statutario quello «di perpetuare  e promuovere ovunque la conoscenza, lo studio, l’amore e la difesa della lingua italiana nella Venezia Giulia. A tal fine il sodalizio svolge, indipendente da qualsiasi partito od organizzazione di parte, attività soprattutto culturali, educative, assistenziali e ricreative».
www.leganazionale.it

Società Dalmata di Storia Patria di Roma e di Venezia
Istituita al finire della Grande guerra, nell’ambito del progetto statale di creazione delle Deputazioni di Storia Patria e chiusa al termine della Seconda guerra mondiale a causa della cessione della Dalmazia italiana alla Jugoslavia, è stata rifondata a Roma nel 1961. Nel 1970 si riattivò la Sezione dalmata all’interno della Deputazione di Storia Patria per le VEnezie, di modo che attualmente due distinte società o deputazioni in Italia hanno come oggetto di studio la storia della Dalmazia. Le due società pubblicano regolarmente gli “Atti e memorie” nonché libri sulla storia e cultura della Dalmazia.
www.sddsp.it

Società di Studi Fiumani
Nacque a Fiume nel 1923 e dopo il secondo conflitto mondiale fu ricostituita nel 1960 a Roma, ove costituì l’Archivio Museo Storico di Fiume, tutelato dalla Legge 92/2004, nota come “il Giorno del Ricordo”, per l’alto valore documentale e scientifico. La Società di studi fiumani è impegnata a promuovere seminari, convegni e mostre. Indice borse di studio sulla storia delle terre adriatiche orientali; favorisce con assistenza gratuita l’elaborazione di Tesi di Laurea. Dal 1990 cura e promuove con l’Associazione per la cultura istriana, fiumana e dalmata nel Lazio il dialogo con la città d’origine e con le organizzazioni della comunità italiana ivi residenti e istituzioni culturali croate. In tale ambito favorisce e sostiene la conoscenza dell’identità fiumana di carattere italiano assegnando dei premi annuali alle scuole italiane di Fiume e partecipa a qualsivoglia iniziativa volta a tal fine. Pubblica la rivista di studi adriatici “Fiume”.
www.fiume-rijeka.it

Unione degli Istriani – Libera Provincia dell’Istria in Esilio
L’Unione degli Istriani muove i suoi primi passi sul finire del 1954, successivamente al passaggio della Zona B (Capodistria e Buie) del mai costituito Territorio Libero di Trieste all’amministrazione jugoslava. Oggi cura seminari e conferenze di carattere storico-scientifico in collaborazione con i principali istituti di ricerca, le università e gli archivi di Stato, lavorando sovente con le pubbliche amministrazioni in occasione del 10 Febbraio. L’UI organizza incontri pubblici a Trieste e nel resto della penisola per sensibilizzare e, soprattutto, informare l’opinione pubblica e gli esuli circa l’evoluzione dell’attualità e della storia relativa alla loro tragedia, ponendo particolare rilievo a quei temi considerati maggiormente prioritari per il mondo dell’esodo: beni cosiddetti abbandonati, restituzioni, indennizzi, giustizia amministrativa.
www.unioneistriani.it

Unione degli Italiani
Organizzazione con sede a Fiume e a Capodistria, rappresenta la Comunità Nazionale Italiana (CNI) storicamente insediata nei territori ceduti dall’Italia alla Jugoslavia dopo la Seconda guerra Mondiale  e ora appartenenti a Croazia e Slovenia. Radio Capodistria, emittente radiofonica con sede nella cittadina istro-veneta e fondata nel 1949, ne rappresenta l’organo ufficiale di informazione, laddove l’EDIT di Fiume è la casa editrice degli italiani di Croazia e Slovenia.
www.unione-italiana.hr

U.P.T. – Università popolare di Trieste
Ente morale istituito nel 1899 per difendere, sostenere ed incrementare la cultura italiana a Trieste e in Istria, a Fiume e in Dalmazia (all’epoca ancora facenti parte dell’Impero Austro-Ungarico), organizza corsi di lingue, corsi d’arte, conferenze, mostre d’arte, concerti, spettacoli, concorsi e viaggi d’istruzione a Trieste e in Italia nonché nelle vicine repubbliche di Slovenia e di Croazia, in Istria, Quarnaro e Dalmazia. L’U.P.T. opera con il sostegno finanziario del Ministero degli Affari Esteri del Governo italiano e della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, in stretta collaborazione con gli organi e le strutture della Comunità Nazionale Italiana, la quale raccoglie 30.000 connazionali residenti in Croazia e Slovenia.
www.unipoptrieste.it